Il più celebre
capolavoro palladiano fu, fin dal cinquecento, la villa che il Maestro costruì
nel 1569 per il canonico Paolo Almerico e che apparve ai
contemporanei come una novità sbalorditiva per la presenza di quattro prospetti
che ripropongono l'identica soluzione di un pronao ionico apposto alle facce
laterali di un cubo rigorosamente geometrico, prese il nome dal perfetto salone
centrale "rotondo". La destinazione di questa singolare villa fù
l'esercizio del meglio della cultura musicale e poetica e delle discussioni filosofiche
ed artistiche.
Orientando i quattro spigoli
dell'edificio nell'esatta direzione dei punti cardinali Palladio si prefisse
d'ancorare la villa alle coordinate fondamentali della volta celeste. Le
quattro facciate ottenevano altressì, nella loro posizione intermedia,
l'esposizione migliore in tutti i periodi dell'anno.Le raffigurazioni interne
furono di A. Maganza, per gli stucchi O. Ridolfi.